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2020, what else? Aspettando la nuova normalità

Novembre 2020 vs Covid 19

Lo ricorderemo questo 2020, eccome se lo ricorderemo!

Aspettiamo, speriamo, creiamo, tiriamo fuori dal cassetto i nostri sogni e immaginiamo la nuova normalità.

Siamo a Novembre, nel pieno della seconda ondata COVID, con le Regioni con zone a colori rosse, arancioni e gialle.

La vita è sospesa, stiamo aspettando quello che verrà, forse a Marzo, col vaccino o chi lo sa.

Gli stati d’animo a Novembre sono cambiati, prima si stava a casa per la paura, ora si ha voglia di uscire, pur con la paura.

Prima si cantava dai balconi. Si aspettava il bollettino della Protezione Civile alle 18.00, si applaudiva a medici infermieri. Ora non più. O lo si fa più discretamente

In questi mesi tutto è cambiato. Pochi mesi per sradicare la vita di ognuno di noi.

Chi ha perso un affetto, chi ha vissuto la malattia, chi non ha più un lavoro.

Economia non fa rima con Sanità, è un costante gioco di equilibri tra Salute pubblica e le tasche degli italiani.

Certo, ci sono settori più colpiti: il turismo e tutto ciò che è collegato al viaggiare e poi bar, ristoranti, negozi di valigeria o abbigliamento, tanto per citarne qualcuno.

Agenzia Viaggi, tour operator, compagnie aeree e di crociere, compagnie di bus, guide e accompagnatori scrutano il futuro, immaginano una ripartenza in Primavera (2021).

I musei, le mostre, le Fiere si sono organizzati on line.

La musica, il teatro, i concerti, gli spettacoli, l’Arena di Verona, la spensieratezza di condividere momenti dedicarti all’arte e spettacolo.

Il bere il caffè al bar, non d’asporto, non in bicchierini di carta, non con un tavolino che sbarra l’ingresso al locale.

Ci manca ci facciamo una pizza? Non solo d’asporto, ma seduti al ristorante /pizzeria senza delivery per forza.

“Ci prendiamo una birra? Facciamo un’ape?”

E poi ci sono i fortunati che hanno una seconda casa al mare, montagna e lago e sì, possono permettersi il lusso di trasferirsi per mesi senza sensi di colpa ma in Smart working, cassa integrazione o rivoluzionando tutte le abitudini.

Nella prima ondata le seconde case erano bandite, c’erano i droni a caccia dei runners, ti spiavano dai balconi se uscivi di casa.

Nella seconda ondata, si bada alla mascherina e non importa se non ci vedi perché si appannano gli occhiali.

Le misure prese tra fine ottobre e novembre 2020 iniziano a dare effetti, la curva dei contagi scende ma il numero dei ricoveri ospedalieri e purtroppo decessi e’ ancora alto.

Poi c’è voglia di Natale, le case sono già decorate con gli alberi da metà Novembre, ci sono i panettoni e pandori e i film di Natale in tv. Chissà se si potrà andare al Cinema per il cine panettone.

Io scrivo dalla Lombardia, zona rossa, lavoro nel turismo, non so se conserverò il mio ventennale impiego nel tour operator in cui ho sorriso, sognato, venduto e costruito sogni di viaggio e esperienze fantastiche.

Quello che so è che sarò diversa, ho voglia di fare e scoprire quale sarà la nuova normalità.

Onestamente, non vorrei tornare alla vita frenetica di prima, perché mai come prima abbiamo assaporato la lentezza e il godere della libertà dei propri momenti.

L’attesa di quel che sarà finirà e allora si ci abbracceremo di nuovo.

Redazione

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