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Arco della Pace: il simbolo di storia in pieno centro a Milano

Io Milanese, turista a Milano

L’Arco della Pace si trova in pieno centro a Milano, nella zona di Corso Sempione, quartiere vivace con locali alla moda.

Si apre sul Parco Sempione, uno dei polmoni verdi di Milano: attraversando il Parco, molto amato dai milanesi, si arriva direttamente  al Castello Sforzesco.

È una delle porte di Milano, gli storici accessi alla città.

Un po’ di storia

I lavori di costruzione dell’Arco della Pace sono  iniziati nel 1808 da Cagnola, interrotti dopo la disfatta di Napoleone a Waterloo e terminati nel 1839 da Londonio

Venne inaugurato alla presenza di Ferdinando I, imperatore d’Austria e re del Lombardo-Veneto.

Nel 1859, l’Arco della Pace vide l’ingresso trionfante a Milano di Napoleone III e Vittorio Emanuele II, acclamati dalla folla.

L’Arco della Pace ha tre arcate, due minori ed una maggiore, con davanti quattro colonne di un sol pezzo per lato, che portano quattro statue.

Su ciascun  piedestallo della colonna e’ stata posta a fregio una figura a grandezza naturale, di basso rilievo.

Verso la città sono Minerva e Marte, di Camillo Pacetti; Apollo, di Angelo Pizzi; Ercole, di Gaetano Monti, milanese.

Verso la campagna la Vigilanza, di Pizzi; la Storia e la Poesia, di Luigi Acquisti; la Lombardia, di Gaetano Monti di Ravenna.

(Informazione tratte da Istituto lombardo di scienze e lettere).

Da vedere

E’ uno dei più interessanti monumenti neoclassici, costruito in granito e rivestito di marmo.

È coronato da una monumentale Sestiga della Pace, il cocchio a sei cavalli in bronzo di Abbondio Sangiorgio e agli angoli da quattro Vittorie a cavallo (di Giovanni Putti).

Ripartite negli angoli superiori vi sono le raffigurazioni dei quattro fiumi lombardo-veneti: Po, Ticino, Adige e Tagliamento sotto forma di statue giacenti di Benedetto Cacciatori e di Pompeo Marchesi.

Ha subito direttamente le variazioni della storia: oltre al cambiamento dei soggetti dei bassorilievi, anche la Sestiga, originariamente orientata in direzione della Francia, con i mutamenti politici post-napoleonici venne girata verso la città.

Redazione

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